Una storia in tre cerchie (Mantova, la città che si trasforma)

Ultima modifica 17 dicembre 2018

Mantova rappresenta, in rapporto a Sabbioneta, l’attuazione dei principi urbanistici rinascimentali a partire da una città già costruita


Mantua, F. Hogenberg, 1575 (Biblioteca Comunale Teresiana di Mantova, Stampe)

La città si era infatti sviluppata in periodo etrusco a partire dalla civitas vetus (l’attuale piazza Sordello) segnata dal fossatum bovum (le odierne vie Accademia e Cavour), a cui corrispondeva la prima cerchia di mura. In seguito con la famiglia Bonacolsi si costruiscono le piazze Erbe e Broletto e i relativi palazzi del potere; la seconda cerchia muraria termina con il Rio, il corso d’acqua realizzato dall’ingegnere idraulico Alberto Pitentino. Con Francesco I Gonzaga la città si allarga ulteriormente giungendo alla terza cerchia e oltre, fino a comprendere l’isola del Te.

La sequenza delle tre cerchie e la visibile sovrapposizione di stili permette di cogliere non solo il progressivo ampliamento della città ma anche la sua trasformazione, funzionale alla nuova idea di città. Palazzo Ducale viene ampliato, il quartiere più antico abbattuto e trasformato in piazza, gli assi viari ridisegnati al fine di costruire una scenografia fastosa adatta alla rappresentazione del potere dei nuovi regnanti.