I portici di Mantova. Brevi cenni storici

Ultima modifica 30 aprile 2018

Storia dei portici di Mantova

I portici che costeggiano le vie principali e incorniciano le piazze di Mantova costituiscono un elemento identificativo della città. Il sistema dei portici rinascimentali, sorretti da colonne con capitelli di epoche diverse e di varia provenienza, inizia in piazza Broletto, attraversa le piazze del centro storico e prosegue fino a corso Umberto I. Poiché ogni arcata corrispondeva a una diversa bottega, i capitelli riportano decorazioni differenti, ad indicare le attività che lì si svolgevano.

Dal Medioevo in poi la città si forma sostanzialmente per motivi legati alle attività economiche che sorgono vicino alle aree destinate al commercio. Le abitazioni costituiscono un tessuto urbano compatto, che risulta dall’aggregazione di più fabbricati accostati tra loro.

 

 

A Mantova troviamo le case-bottega: abitazioni di forma allungata a due o tre piani, disposte le une accanto alle altre, con gli ambienti domestici al piano superiore e i depositi o i magazzini nel sottotetto. Al piano terra si trovano le botteghe artigiane o le imprese commerciali, con l’affaccio in strada spesso incorniciato da un portico, elemento di mediazione tra la sfera privata e quella pubblica. Di proprietà dei privati che lì gestiscono le proprie attività commerciali, le colonne e i capitelli, come una moderna insegna pubblicitaria, vengono personalizzati per segnalare merci e servizi. Ancora oggi la varietà dei materiali, delle forme e delle decorazioni racconta la storia della città, attraverso i nomi di chi l’ha abitata e le attività che si svolgevano. 

Alcuni esempi

Portici di via Broletto

Attorno al 1190 i monaci benedettini avevano costruito una serie di botteghe, dotate di portici frontali, lungo l’odierna via Broletto, con l’intento di affittarle. L’ingresso di ogni bottega coincideva con un solo arco del portico, di otto piedi di larghezza per otto piedi di profondità. La campata del portico medievale venne rispettata nel corso dei rifacimenti successivi, e ancora oggi si riscontrano le stesse misure originarie. Fiancheggiando l’accesso di Via Leon d’Oro, si possono osservare un capitello su cui è scolpita un’aquila che regge una balla di lana negli artigli. Era il simbolo dell’Universitas Mercatorum, sede delle corporazioni dei mercanti mantovani. 

Casa del Mercante, Piazza Erbe

La splendida abitazione in stile veneziano che si affaccia su Piazza Erbe, all’angolo con piazza Mantegna, era la casa del mercante Boniforte da Concorezzo, che aveva ottenuto dai Gonzaga il monopolio della vendita delle merci veneziane. Sotto la volta del portico si legge tuttora l’iscrizione con il nome del proprietario, mentre i fregi che lo incorniciano riportano, quasi come un catalogo su pietra, tutte le merci che si vendevano nella bottega, dai pettinini alle matasse di lana, dai fusi ai guanti.

Portici di corso Umberto

Le informazioni relative ai portici di corso Umberto sono oggi molto scarse. I portici contano 162 colonne, elevate tra il 1444 e il 1484 dai marchesi Ludovico e Federico Gonzaga. Esse non furono costruite ex novo, ma derivano dal riutilizzo di colonne preesistenti. Per questo motivo i portici di Corso Umberto presentano una variegata galleria di capitelli, basamenti e fusti in cui le colonne sfilano e mostrano caratteristiche diverse una dall'altra.